Restauro Specialistico e Architettonico

Villa Imperiale del Casale di Piazza Armerina (Enna)

Luogo:
PIAZZA ARMERINA (EN)

Committente:
Alto Commissario della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina

Periodo:
2007-2012

Lavori di recupero e conservazione della Villa Imperiale del Casale di Piazza Armerina

L’impianto della residenza tardo antica del IV secolo d.C. sorge al di sopra di una villa rustica edificata tra il I ed il III sec. d.C., periodo a cui sembrano risalire reperti archeologici e strati di distruzione in quasi tutti i settori. Nel V e VI sec. la Villa si adatta a finalità difensive, cui segue un processo di abbandono e trasformazione: strutture sovrapposte ai muri preesistenti danno vita al nuovo insediamento medievale che assume il nome di Plàtia, tra i più estesi e articolati della Sicilia centro-meridionale. L’abitato viene poi distrutto e sorge una città fortificata nell’attuale sede di Piazza Armerina. La persistenza di realtà insediative viene rilevata nel XV sec., con la presenza di un gruppo di case conosciute con il nome di Casale, da cui ha infine tratto il nome.

Il progetto di fruizione e valorizzazione della Villa Imperiale del Casale ha previsto il recupero delle volumetrie originarie, sostituendo però i materiali impiegati con altri più consoni alla conservazione. L’obiettivo è stato ricreare le condizioni ambientali favorevoli alla conservazione dei mosaici e degli intonaci dipinti, evocando al contempo la spazialità architettonica originaria e favorendo così una corretta lettura del complesso architettonico da parte del visitatore. Allo stesso scopo sono stati ripensati i percorsi originali in relazione alla lettura delle superfici. Il progetto pone particolare attenzione al percorso definito dal sistema delle passerelle realizzate sulle superfici di sacrificio dei brani murari storici, permettendo di visitare i vari ambienti e godere della vista dei mosaici dall’alto, senza doverli calpestare. Mantenendo una quota superiore a quella dell’originaria fruizione, tali passerelle permettono di raggiungere la quasi totalità degli ambienti con un’unica quota, determinando l’abbattimento delle barriere architettoniche per una buona percentuale dei percorsi.

Il lavoro ha previsto sei tipologie di interventi per il restauro e la conservazione dei tappeti musivi, dell’opus sectile e per la conservazione dell’area del calidarium:

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