Redazione grafica della documentazione di scavo
L’area archeologia di Sumhuram è stata inaugurata nel luglio 2010 insieme al Parco Archeologico di Khor Rori, entrambi inseriti nel Patrimonio Unesco.
Dal 1997 la IMTO (Missione italiana in Oman), diretta da Alessandra Avanzini dell’Università di Pisa, Iavora nel sito di Sumhuram, nel territorio di Khor Rori, portando avanti un progetto finanziato dal Ministero degli Esteri, dall’Università di Pisa e dall’Office of the Adviser to His Majesty the Sultan for Cultural Affairs. Sumhuram era l’ideale centro di stoccaggio e smistamento dell’incenso che, raccolto nel e Nejd, a monte dell’insediamento, raggiungeva il porto di Qana, nello Hadramawt, per poi prendere la via verso il Mediterraneo.
Il porto risale al III secolo a.C. e precede la fondazione di Qana; intorno al IV secolo d.C., la città viene lentamente abbandonata forse per cause naturali, come il progressivo insabbiamento del porto. Sumhuram risulta essere il primo porto archeologicamente scavato sulla costa araba, da porsi prima dell’era cristiana, in quelli che sono gli anni formativi del traffico per mare.
Gli scavi dell’Università di Pisa hanno chiarito in questi anni la struttura urbanistica del porto. Sumhuram è una città piccola in superficie (circa un ettaro), ma contraddistinta da caratteri urbani come la divisione in quartieri, l’esistenza di installazioni produttive e di un tempio esterno, la presenza, in loco, di un emissario del re e – non ultimo – di una zecca, che, a dispetto delle sue piccole dimensioni, le attribuiscono una fisionomia complessa e sfaccettata.
Il sito è chiuso all’esterno da una poderosa cinta muraria realizzata in biacchi di calcare, realizzati in situ sfruttando come cava l’affioramento naturale. Una porta monumentale, a cui si pose mano con ampliamenti e rifacimenti durante tutti gli otto secoli della storia della città, ne garantiva un accesso protetto con la sua serie di porte disposte a baionetta, le torri di guardia ed i bastioni. Sicuramente oltre alla necessità di difendersi dai nemici, era di grande importanza l’aspetto ideologico: mura così alte, disposte con una scansione a zigzag, con torri e muri isolati, parlavano da sole dell’Importanza, della ricchezza, dell’inespugnabilità del sito.
Una porta di ridotte dimensioni, ricavata lungo versante nord-orientale, metteva in comunicazione l’Insediamento con la parte bassa, In cui si trovava il porto.
I tecnici di Cooperativa Archeologia hanno curato, in particolar modo, la redazione grafica della documentazione di scavo.