Ancora oggi lo scavo archeologico è generalmente considerato un’attività difficilmente programmabile e dalle tempistiche imprevedibili, con gravi implicazioni sulle realizzazioni ad esso correlate. Appare quindi chiara la necessità di poter valutare, sulla base di studi e indagini preliminari, l’entità delle stratigrafie da esplorare, per progettare gli interventi e prevedere tempi e costi dello scavo. È proprio nell’ambito dell’archeologia delle infrastrutture e degli studi di archeologia urbana che si sono sviluppate le prime esperienze di valutazione preventiva della qualità e della profondità dei depositi stratigrafici per la progettazione di scavi complessi.
Solo negli ultimi decenni la progettazione nell’ambito dei beni culturali, anche nello specifico dello scavo archeologico, è stata oggetto di una propria normativa (DM 154 2017 sugli appalti pubblici di lavori riguardanti i beni culturali) ed è stata riconosciuta la figura professionale dell’archeologo anche come progettista.
La progettazione dello scavo nei due livelli di “fattibilità tecnico-economica” ed “esecutivo”, normata dal nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, Allegato II.18, art. 16), prevede la definizione delle tipologie degli interventi e dei relativi costi e tempi d’esecuzione e comprende il piano di sicurezza. Fra le tematiche più rilevanti della sicurezza degli scavi vi è certamente la protezione dai rischi di smottamento del terreno e seppellimento mediante sistemi di gradonatura del terreno o blindaggio, in relazione al progetto di scavo.
La nostra Società è impegnata da molti anni nelle attività di progettazione in ambito archeologico in Italia e all’estero ed in particolare: