I professionisti dei Beni Culturali in questi giorni stanno protestando per l’inspiegabile inadempienza del Ministro Franceschini, che, dopo aver promesso a più riprese la firma dei decreti applicativi della L. 110/2014, si dedica, in chiusura di mandato, a tutt’altre occupazioni.
La questione è tutt’altro che secondaria: i profili professionali delle professioni non riconosciute (Archeologi, Storici dell’Arte, Antropologi fisici, Antropologi culturali, Archivisti, Bibliotecari, Esperti in diagnostica dei Beni Culturali) sono stati redatti con un complesso lavoro che ha visto coinvolte, insieme con gli uffici del Ministero, una trentina tra associazioni di categoria e consulte universitarie, e hanno concluso il loro iter da diversi mesi, per poi essere oggetto di inspiegabili rimpalli e pareri non obbligatori né richiesti tra gli uffici ministeriali.
In occasione della “Notte dei musei” indetta dal MiBACT per il 19 maggio, il “COMITATO PER LA 110“, promosso dalla Confederazione Italiana Archeologi con l’adesione di API Mibact, Archeoimprese, Assotecnici, CNAP, Coordinamento archeologi CNA e PMI, FAP, Legacoop Produzione e Servizi, Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali, inizia una raccolta di firme per sensibilizzare sulla sempre più difficile situazione degli operatori dei beni culturali.
La pur tardiva introduzione dei profili infatti consentirebbe alcune garanzie e dignità lavorativa e professionale agli operatori del campo, molti dei quali sono attualmente impossibilitati ad operare per carenze normative e complessi combinati legislativi.
Nel frattempo, però, il Ministro ha trovato il tempo per firmare, a scadenza di mandato e senza alcuna necessità né urgenza, uno dei più discussi decreti della sua carriera, quello che facilita l’esportazione e la vendita all’estero dei beni culturali, facendo un grande regalo di fine mandato alla lobby degli antiquari.
Parafrasando Orwell, alcuni decreti sono più decreti degli altri.

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